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AlleRadici NON lo trovi in facebook. Ecco il perché…
Internet è vero, accorcia le distanze, e diamo atto che se state leggendo queste parole è perchè abbiamo scelto di utilizzarlo come mezzo divulgativo, occorre rivedere però i margini entro cui l’utilizzo di questa tecnologia può trasformarsi nel consumo di un prodotto, che come tanti altri, il mercato offre.
Vogliamo condividere con voi questa riflessione, nella speranza che non si aggiungano catene a catene.
Facebook è un prodotto. Un prodotto che milioni di persone utilizzano, auto-schedando sè stesse, i propri dati, i propri gusti e preferenze. Tale prodotto nasce con lo scopo del profitto e del controllo.
Il profitto di aziende che lavorano e si arricchiscono con l’enorme mole di dati che quotidianamente le persone inseriscono, condividono e scambiano favorisce il controllo di milioni di persone, dei loro gusti, delle loro preferenze, delle loro idee.
E in mezzo a questa quantità enorme di nomi, gruppi, parole, dati, l’informazione e le informazioni diventano brevi, superficiali, della durata di un “click”, i contenuti si perdono pian piano per lasciar spazio a vetrine sempre piu’ vuote, e all’ idea che le persone possano partecipare, condividere e socializzare semplicemente dando adesione, o amicizia, semplicemente cliccando una voce, un nome, una persona, un’idea.
La comunicazione diventa passiva, la condivisione perde tutto il valore dello stare insieme, e tutto quello che rimane sono milioni di persone davanti a dei monitor, affacciati ad una realtà non reale, mentre fuori, le ruspe distruggono l’ultimo spazio di bosco, l’aria diventa ogni giorno piu’ irrespirabile, e siamo sempre meno capaci di comunicare, di guardarci negli occhi, di ascoltare.
Crediamo nei progetti che valorizzano le idee, le diverse individualità, e la comunicazione libera e attiva, che non trasformano una persona in utente e che mirano a costruire una rete di spazi lontani da business e controllo.
Sognamo un mondo dove le persone sappiano parlarsi, ascoltarsi, guardarsi negli occhi, sappiano ritrovarsi intorno ad un tavolo, sappiano comunicare
Sognamo un mondo dove le persone sappiano parlarsi, ascoltarsi, guardarsi negli occhi, sappiano ritrovarsi intorno ad un tavolo, sappiano comunicare
liberamente, un mondo dove le persone escano di casa, per ritrovarsi, dove le proteste siano fatte col cuore e col corpo, e dove le lotte siano fatte con la reale partecipazione di sè stessi, e non col proprio mouse.